Tecnologie Green. Extract from l'EBITDA consapevole. Luci, forme e colori dell'architettura alberghiera. Dalla sostenibilità ambientale all'aumento del margine di profitto. "Capitolo Introduttivo (parte seconda)"

   Capitolo Introduttivo (parte seconda)


  

(Credit Image: Juvet Landscape Hotel, Norway)


Un articolo apparso in "Journal of Hospitality Marketing and Management" curato dal Fzevi Okumus, professore presso il Rosen College of Hospitality Management (Florida), dal titolo: The application of Environmental Technologies in Hotels, elenca esaustivamente gli elementi che le strutture atte all'ospitalità alberghiera dovrebbero possedere per essere in linea con il trend di adeguamento al biocompatibile. 

L'articolo ha soprattutto il pregio di portare alla ribalta un fatto importante, ossia, il non allineamento tra le raccomandazioni in tema ambientale e la loro applicazione nell'industria dell'ospitalità. Nonostante tutti i benefits, in essere e potenziali, derivanti dall'impiego delle tecnologie ambientali, numerosi hotels non prendono assolutamente in considerazione l'idea di utilizzare quanto la ricerca scientifica ed il mercato offre per implementare le performances in termini di efficientamento energetico e gestione delle acque. Trascurando, ovvero non calcolando adeguatamente il costo d'impresa di sistemi di illuminazione non efficienti, che impongono livelli di consumo di energia insostenibili se rapportati ai costi derivanti da sistemi di illuminazione ad efficienza energetica. Il costo d'impresa cresce in maniera ancora più sensibile quando la carenza o l'assenza di efficientamento riguarda le tecniche di riscaldamento e raffrescamento degli ambienti. I costi che derivano dai sistemi di condizionamento dell'aria sono generalmente alti e possono essere abbattuti con l'utilizzo delle tecnologie. Il contributo scientifico cita le ricerche nell'ambito delle nanotecnologie.

A tal proposito, al di là dello scritto, per dare un'idea della portata e dell'impatto che le nanotecnologie hanno sulla quotidianità, sulla sostenibilità e sulla crescita consapevole, si può citare una ricerca sperimentale condotta nel 2005 dall'Università di Toronto, grazie alla quale gli scienziati svilupparono uno spray composto da una sostanza a base di nanoparticelle che spruzzata su una superficie la converte istantaneamente in un collettore solare. Quello che nel linguaggio comune identifichiamo come pannello solare, ossia una superficie che trasforma i raggi del sole in energia termica ed a seguire in riscaldamento, raffrescamento degli ambienti e produzione di acqua calda.

I LED sono un altro elemento che concretamente ci avvicina all'efficientamento ed all'utilizzo di prodotti e materiali che nello smaltimento riducono drasticamente l'impatto ambientale.

Riguardo al day by day management, l'articolo può essere un utilissimo vademecum. L'elenco delle operazioni che una struttura alberghiera può mettere in atto sono diverse e tutte concretamente orientate ad una drastica riduzione dello spreco di energia, dell'inquinamento ambientale di qualsivoglia natura, da quello idrico a quello acustico.

Il key card system è uno degli strumenti per ottimizzare i consumi, è largamente utilizzato negli alberghi e permette di ridurre gli sprechi di elettricità.

L'uso dei sensori è un altro mezzo collaudato per ridurre il consumo di energia per l'illuminazione, quindi motion sensor e room occupancy sensor.

Diversi sono i metodi che la domotica e non solo può provvedere per abbassare drasticamente i costi relativi al raffrescamento degli ambienti. Alcuni manager alberghieri stimano questa voce come quella che può contribuire fino al 70% del costo bolletta energia. È immaginabile che in questo caso si consideri il room only, ossia si prendano in considerazione strutture che operano in BB, quindi con un'area food&beverage molto ristretta, ovvero isolando il room only dal settore ristorazione. 

Gli escamotage sono diversi e vanno dall'intelligence fan coil unit al variabile speed drivers, al chilled headboard al carbon dioxide detector, che con un funzionamento del tutto simile al rilevatore di biossido di carbonio controlla l'adeguato approvvigionamento di aria condizionata negli ambienti, quali ad esempio sale conferenze o aree MICE (Meeting Incentives Congresses and Events).

Quanto scritto in questa sede è una sorta di sneak peek funzionale alla trattazione generale. Senza dubbio alcuno, il lavoro del professore Okumus è un contributo da leggere nella sua interezza, perché validissimo spunto di ulteriore approfondimento e concreti interventi di miglioramento delle strutture alberghiere.

Lo stesso, infatti, dedica una parte altrettanto interessante alle strategie per la riduzione dei consumi di acqua e altri beni di consumo e commodities che gli operation managers si trovano quotidianamente ad affrontare, passando attraverso semplicissime tecniche molto utili per compattare i rifiuti e garantire un alto livello di differenziazione. Nello specifico, rispetto all'incurante sovrautilizzo della risorsa acqua, si propone l'impiego dell'auto-sensing water device, sensori che aprono e chiudono le valvole dei rubinetti rilevando la prossimità dell'utilizzatore, della restrizione attraverso una diminuzione della pressione, fino agli interventi di riciclo dell'acqua recuperata dallo svuotamento delle piscine. 

In sostanza, le possibilità per ottimizzare consumi e risorse, a vantaggio dell'ambiente e dei costi aziendali, sono molteplici ed efficaci. Utilizzare i vari strumenti di efficientamento in tutti i reparti significa ridurre costi e consumi di oltre il 50%. 

I motivi del non allineamento tra gli strumenti che la ricerca ed il mercato mettono a disposizione ed il loro effettivo utilizzo non è legato, secondo quanto riportato dall'articolo, a questioni di investimento o impiego di risorse finanziarie, ma ad un management inefficiente e miope che crea un effetto domino, condizionando i comportamenti sia delle risorse umane che lavorano nelle strutture alberghiere che degli ospiti. Le tecniche di efficientamento, di per sé, dovrebbero quindi in qualche modo fungere da sprone e stimolare una gestione lungimirante e rispettosa, che includa una mission globale di miglioramento aziendale ed insieme del contesto naturale e sociale in cui si opera. 

Se le tecniche sopra descritte riguardano l'utilizzo di strumenti di innovazione scientifica e tecnologica, la rivoluzione vera e propria è data dal progetto architettonico, che in sé getta le basi imprescindibili di un manufatto passivo.

Il capitolo che segue, analizzando i progetti ed il pensiero di grandi architetti cercherà di illustrare alcuni punti fondanti che conducono in questa direzione, passando attraverso le forme degli edificati e degli spazi interni, l'approvvigionamento di luce naturale e l'utilizzo del colore, una disamina quindi che si muove nell'intervallo tra l'exterior e l'interior design. 

Il terzo capitolo si occuperà di mettere a confronto quattro catene alberghiere, analizzandole sulla base di fattori d'indagine che utilizzano l'estetica architettonica, l'utilizzo dei materiali, dei colori e degli arredi per creare una identità di brand che comprende altresì la relazione tra progetto e luogo, ovvero il dialogo tra il manufatto ed il paesaggio in cui si colloca.

Il quarto capitolo si occuperà del riutilizzo dell'architettura vernacolare nell'industria dell'ospitalità ed infine si analizzeranno i dati economici finanziari.

Scopo ultimo della trattazione è quello di condurre il lettore, attraverso un'analisi ragionata, alla consapevolezza profonda di quanto imprescindibile sia il rapporto armonico, funzionale e simbiotico tra costruito e contesto naturale. 

I contenuti di questo libro sono stati scritti per essere fruiti da diversi targets di lettori. Sicuramente gli addetti ai lavori ci ravviseranno dei punti di riflessione derivanti dall'esperienza operativa, ma chiunque abbia interesse per l'architettura, il design ed il mondo alberghiero, spero trovi in questo testo degli stimoli interessanti.

La linea di pensiero che muove questa trattazione è la personale percezione psicologica degli spazi che quotidianamente abitiamo, l'impatto che essi hanno sulla nostra serenità. Trascuriamo spesso, infatti, l'ostilità degli ambienti e il condizionamento negativo che producono.

Il presupposto di partenza è che conoscenze e competenze ben accordate rendono tutto molto più semplice. Va ricordato che le conoscenze non nascono necessariamente dall'istruzione formale, e che le competenze sono un unicum con l'osservazione della realtà, la curiosità, la praticità e l'applicazione del buon senso. 

Il design e l'architettura, e per conseguenza la ricerca che gravita intorno a questi concetti, sono strumenti di riforma sociale e culturale. 

Tim Brown, designer industriale e amministratore delegato di IDEO azienda di design su scala globale con sede nel Regno Unito, è autore di un libro dal titolo Change by Design. 

Molto succintamente, il pensiero di Brown si potrebbe così riassumere: al di là della funzione propria degli oggetti, concentrarsi sul loro design, sull'appeal e sulla funzionalità, costituisce un avanzamento concettuale, sociale e culturale dagli indubbi benefici. Il design intuitivo, empatico ed emozionale ha bisogno di bilanciarsi con il pensiero strategico ed il pensiero analitico, solo in questo modo può pensare di raggiungere i bisogni sociali espressi attraverso l'utilizzo degli oggetti. 

La ricerca, la conoscenza, nel design come in altri campi, sono sempre un valore aggiunto che trasforma e migliora l'esistente.

È complesso specificare quanto i luoghi ed il loro design condizioni il comportamento di un essere umano, sappiamo però che le ricerche in merito sono diverse e che hanno condotto a risultati brillanti nel comprendere il condizionamento e produrre i cambiamenti necessari alla fruizione serena e produttiva di uno spazio. Gli esperimenti condotti nel settore dell'hospitality, in quello educativo ed in quello sanitario, sono molteplici e conducono ad un risultato univoco: la forma della stanza, il colore applicato sulla parete e l'illuminazione dell'ambiente hanno un potere di condizionamento molto elevato. Sono diverse le Università, i presidi formativi e le associazioni che studiano la tematica, tra questi una delle più autorevoli è sicuramente l'ANFA, The Academy of Neuroscience for Architecture, con sede a San Diego, California.


© tutti i diritti sono riservati. L'utilizzo dello scritto o di parte di esso solo dietro indicazione della fonte.  

®Stefania Rachiele 


Commenti

Post più popolari