Il Concetto di Ospitalità nell'Antica Grecia



Nell'Antica Grecia, il forestiero era considerato sacro, per l'arte e la grammatica dell'accoglienza. Secondo la cultura degli antichi greci, sviluppatasi a partire da circa il 1000 a.C., dietro al forestiero si nascondeva in realtà una divinità che aveva temporaneamente assunto le sembianza umane. Trattare male un ospite equivaleva quindi ad incorerre nelle ire funeste delle divinità. 

Xènos era il termine lessicale greco con cui veniva denominato lo straniero, ovvero colui che in un preciso momento si trovava in un posto diverso da casa propria per ragioni quasi sempre legate alla sua professione. 

Diversi studi sono concordi nel definire, ad esempio, l'Odissea come il poema dell'ospitalità. Nell'Odissea, al di là del messaggio ultimo dell'opera e del concetto del viaggio in esso narrato, vi sono diversi episodi in cui viene ribadito il valore dell'ospitalità secondo la cultura dell'Antica Grecia.

Rilevante è inoltre, ad esempio, lo scontro tra Polifemo ed Ulisse. Polifemo, il mostro con un solo occhio, quindi non in grado di vedere bene e di conseguenza di conoscere, risponde ai doni di Ulisse con aggressività e cannibalismo.



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