A Gaza

 

Gaza, fonte Unicef - Aise

 

In queste ore, qualcuno si domanda perchè degli italiani siano andati a Gaza in aiuto dei palestinesi, pur consapevoli del pericolo. 

Empatia, credo. 

Sì, perchè i meridionali, sanno cosa sia l'oppressione del capitalista e la colonizzazione priva di scrupoli. 

L'hanno imparato soprattutto durante le operazioni che portarono all'unità dell'Italia, quando venne utilizzata la camorra napoletana per annientare i dissidenti con la forza e con le armi. 

Il meridione secondo alcuni doveva essere oggetto di colonizzazione e speculazione. Bisognava importare in quei luoghi i metodi rozzi e incivili. Farne una colonia insomma. 

Utilizzando anche la subcultura popolare di alcuni cibi e generi musicali, mentre il colonizzatore occupava e presidiava le cariche importanti, attuando il cosiddetto "controllo delle masse". 

"I generi teatrali, quelli musicali, quelli letterari" tutto deve partire da là. D'altronde, è Saviano che ci racconta la narrazione della criminalità in Calabria. 

La colonizzazione è la volontà deliberata di estirpare le radici culturali di un luogo e soppiantarle. Non accettare che esistano comunità culturali e popoli silenziosi, riflessivi. Imporre necessariamente il rumore, il caos, la teatralità di bassa lega ed il protagonismo a tutti i costi. Anche a costo della distruzione e del disturbo.

Mancanza di rispetto, aggressività, intimidazione e guerra, sono queste le cifre del colonizzatore a tutti i costi. 

Ricordo un episodio che accadde quando avevo circa nove anni, alcuni medici partenopei vennero in Calabria a pubblicizzare la loro libera professione presso gli ospedali del loro luogo di provenienza. Diverse persone andarono per ricevere delle cure. Passarono alcuni anni e gli stessi individui tornarono a chiedere voti per un esponente politico, quelli che dissero no, furono dileggiati nella pubblica via. Ricordo quel momento come un'istantanea con tutti i dettagli. Crescendo, la mia formazione mi diceva che non potevo fare di tutta l'erba un fascio, allora cercai di capire, di osservare, di indagare; quell'erba era un fascio.

Infangare è un altro metodo di dominio, il più maligno, il più diabolico, il più subumano.

Oggi guardavo l'intervista fatta a Toni Servillo, ospite "d'eccezione" del Magna Graecia Film Festival. "La Calabria è una regione complicata, come tanti luoghi del meridione, talvolta sembra staccata dall'Italia".

Ciò di cui non si sa parlare è meglio tacere, diceva Wittgenstein, è eleganza direbbe Coco Chanel, altrimenti si chiama egemonia aggiungo io.  

Se qualcosa non la puoi combattere a viso aperto, cerca di mortificarla, è un buon metodo per comunicare supremazia e subalternità. 

Alle persone di Gaza auguriamo la pace, case fresche e confortevoli e non palazzoni di cemento surriscaldato. Gli auguriamo il rispetto delle proprie radici e la convivenza civile, non un'imposta identità di plastica. 

Perchè gli esseri umani non ammettono dominazioni, e gli oppressori sono oppressori per sempre, anche quando cercano di confondersi nella folla.

Magari, d'ora in poi, quando si leggerano i libri come "Cristo si è fermato a ...", non lo leggeremo più secondo la cultura dominante; perchè Cristo è più probabile che sia fermato nei pressi di Grassano, e non essendo nato in Scandinavia, verosimilmente procedeva da Sud. Almeno fin quando gli egemoni non scriveranno che in realtà era nato in Norvegia, perchè la regola è vincere e quando i colonizzatori stanno per perdere, semplicemente cambiano le regole del gioco.

 

Stefania Rachiele

 


 


 




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