Biophilic Hotel Design.

Extract of the book:

"L'EBITDA consapevole.  Luci, forme e colori dell'architettura alberghiera. Dalla sostenibilità ambientale all'aumento del margine di profitto." Stefania Rachiele

 

Il biophilic design è un approccio diverso, sono i luoghi e le persone che li abitano ad essere in completa connessione con la natura circostante, bioarchitettura e integrazione con lo spazio naturale.

Esempi di grande rilievo sono: The Scarlet Hotel Cornwall e lo studio degli architetti madrileni Josè Selgas y Lucia Cano.

Modi straordinari di restituire all'architettura il suo valore più intimo e la sua vera mission.

The Scarlet Hotel, a four star grown-ups only sito in Cornovaglia, un retreat adults only eco sostenibile e completamente immerso nella natura circostante, che assurge a parte integrante del concetto di ospitalità. 

Cliff-top hot tubs, a natural reed-bed swimming pool and an ayurvedic inspired spa, sono i signatures del The Scarlet. 



Image: Scarlet Hotel Cornwall

Immaginate uno spazio selvaggio nell'estremo sud ovest dell'Inghilterra, fatto di mare, brughiere e scogliere, dentro metteteci un albergo mimetizzato ed in simbiosi con lo spazio naturale circostante. 

Non è solo bio, non è solo consapevole, non è solo green, è una parte dell'ambiente naturale, una stress free zone, uno spazio fisico e mentale di completa interconnessione con l'ambiente e la sua selvaggia naturalità. Un battito a ritmo naturale.

Il Gallery Serpenthyn Pavillion immerso in un bosco alle porte di Madrid è lo studio Selgascano degli architetti Josè Selgas y Lucia Cano. Una galleria composta da padiglioni che si armonizzano perfettamente con la natura diventando parte del bosco che li ospita. Anche in questo caso, la sostenibilità dei materiali, il condizionamento naturale degli ambienti sono solo una parte del concetto architettonico.



Image: Gallery Serpentine Pavillion, Architetti Selgas y Cano

La reale chiave di lettura è il rapporto che la costruzione ha con l'ambiente circostante, la sua capacità di diventare parte integrante di un tutto naturale, senza corromperne la bellezza e lo stato selvaggio. Questo, visto dalla prospettiva del luogo in sè, dello spazio edificato. Dalla prospettiva dell'uomo che lo abita, lo spazio biofilico è semplicemente la capacità di essere fuori nei boschi, o davanti al mare, o seduti su una brughiera, nell'istante esatto in cui si compiono le normali attività umane, quali: mangiare, dormire, lavorare, lavarsi, socializzare. 

Un inner nature, che ha effetti sbalorditivi sulla salute e sullo stato generale di benessere degli esseri umani. 

Questi alcuni degli effetti positivi sperimentati:

incremento della memoria a breve termine, riduzione della pressione sanguigna, protezione della vista, slancio della creatività, riduzione dello stress, efficienza nella prioritizzazione, capacità di mettere a fuoco ciò che stiamo facendo; quello biofilico è, sostanzialmente, uno spazio unplugged. 

Tra gli spazi innovativi in cui l'elemento natura è preponderante vale la pena citare uno spazio di co-working sito nella città di Lisbona, progettato anch'esso dallo studio SelgaScano. 

Il co-working space è una modalità di condivisione dei luoghi ideata per venire incontro alle esigenze contemporanee di numerose categorie professionali, da quelle più tipiche a quelle più innovative. È un luogo non convenzionale, in cui i freelances in modo particolare trovano una "casa comune", che permette loro di uscire dall'isolamento che spesso è tipico di queste categorie di lavoratori di concetto. Uno spazio efficiente ed efficace, che nel caso di Second Home Lisbon, questo il suo nome, è soprattutto un green space. 

Con le sue oltre 1000 piante, riscaldamento e raffrescamento degli ambienti con un sistema radiante, totalmente ecocompatibile, ambisce ad essere uno dei manufatti più green d'Europa. Riuso di un vecchio mercato alimentare, Second Home è un luogo di ospitalità interdisciplinare per professionisti in cerca di vibrazioni positive, consapevolezza, piena sostenibilità e condivisione.

I manufatti edilizi, ed ancor di più le opere urbanistiche, che siano più o meno di vasta scala, sono sottoposti a numerose analisi di fattibilità ed impatto. Due fra tutti: la VIA (valutazione di impatto ambientale) e la VAS (valutazione ambientale strategica). Indicatori di quanto l'opera condizioni nel lungo termine l'ambiente circostante, divenendo causa di inquinamento di qualsiasi tipo o natura.

Queste analisi ed i relativi indicatori sono importanti per comprendere tecnicamente quale e quanto danno ambientale una struttura possa creare.

Altra cosa è l'ecologia dell'abitare e l'impatto che i luoghi hanno sulla nostra psiche, sulla nostra emotività, e quindi sulla nostra vita e sulle nostre relazioni. 

Il cemento, il costruito, è il luogo che ormai l'essere umano abita più a lungo. Ben lungi dalla naturalità che era propria dei nostri avi, da un'economia priva o con una scarsa divisione del lavoro, dove l'agricoltura secondo il principio dell'autosufficienza rappresentava la quotidianità.

La quotidianità odierna è il sistema. Siamo meccanismi, ingranaggi, piccoli pezzi di una grande macchina che trova la sua sede e la sua logica nell'edificato, nello spazio chiuso. 



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® Stefania Rachiele

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