"Light Motiv". Elemento Luce in Architettura. Extract from: L'EBITDA Consapevole. Luci, forme e colori dell'architettura alberghiera.

Un breve saggio di Ludovica Scarpa dal titolo: "Spazi Urbani e Stati Mentali, come lo Spazio Influenza la Mente", indaga alcuni aspetti della psicogeografia, le emozioni umane verbalizzate attraverso metafore spazio-temporali. Le riflessioni riguardano il condizionamento che l'organizzazione dello spazio esercita sulla nostra psiche. L'autrice cita altresì Daniel Leising, professore dell'Università di Dresda, autore di numerose ricerche sulla percezione, sulla struttura psicologica degli individui ed il giudizio sugli altri e sull'ambiente circostante.

Il professor Leising afferma che gli architetti condizionano il nostro comportamento ed il nostro sentire attraverso la forma degli spazi. Assodato ciò, è necessario che gli stessi, alla medesima stregua di tutti gli attori sociali che sono promotori di rilevanti cambiamenti di contesto, ne prendano consapevolezza agendo di conseguenza.  
Chiudiamo la riflessione sul contributo del professore Leising e continuiamo la trattazione alla luce di una certezza, ratificata dal ruolo di un ricercatore importante, ossia: l'organizzazione dello spazio impatta sulla sfera psico emotiva in un modo estremamente rilevante. Per esplicitarlo, possiamo partire dal condizionamento impercettibile ed elementare esercitato dalle forme geometriche. Le forme e le reazioni ad esse associate sono da lungo tempo argomento oggetto di studio, è inoltre uno degli aspetti più divertenti e creativi. Parte dal basso per inoltrarsi in un ginepraio che in via teorica non ha un limite percettivo.
Le forme geometriche nascono per misurare lo spazio fisico e permettere la costruzione di strutture semplici o complesse come ad esempio le piramidi egizie. Il termine geometria deriva dal greco e significa: misurazione della terra.
Questo brevissimo intro ci permette di addentrarci nella parte più interessante del discorso, il significato delle forme geometriche ed il loro impatto sulla quotidianità. Il presupposto di partenza è il loro essere simmetriche, organizzate e riconoscibili.
Le strutture a quattro lati comunicano fiducia, stabilità e sicurezza. Sono quelle più comuni, hanno un largo utilizzo in architettura ed un grande potenziale, sono sezionabili.  
Gli angoli a 90° di quadrato e rettangolo attribuiscono significato di forza e ordine, ma anche rigidità, interpretata negativamente come inabilità al normale fluire delle cose e impedimento alla connessione emozionale tra le persone, quindi all'empatia.
La forma triangolare trasmette messaggi legati alla perseveranza ed al raggiungimento degli obiettivi, è infatti molto usata anche nella creazione di brands, per comunicare idee di successo.  
Il triangolo trasmette l'idea di convergenza, la sua struttura induce a focalizzare un punto preciso della figura.
I poligoni sono figure forti e strutturate, l'immagine ci riporta ai favi delle api. In architettura sono meno comuni rispetto ad altre figure geometriche, sono più complesse ed intricate, possono dare illusione di non finito.  
Gli angoli fanno la differenza, quelli isosceli creano forme a losanga comunicando instabilità e idea di spazio non razionalizzato, con cui ed in cui è difficile relazionarsi.
Le linee curve, esse esercitano sugli esseri umani reazioni positive, in virtù del loro fluire e della loro dinamicità. Contrariamente alla rigidità delle linee dritte, che allontanano il sentimento di empatia, le linee curve inducono un senso di calma e relax.
Esattamente come il cerchio, la linea curva richiama la femminilità e la sensualità.
Dal punto di vista prettamente architettonico, inoltre, questo tipo di forma, si delinea come un design contemporaneo.
La spirale rientra in questa tipologia di forme, con una particolarità, questa figura rappresenta una sorta di metafora della vita. Le persone hanno davanti ad essa reazioni marcate, la spirale, infatti, incarna l'idea di bellezza e completezza ed insieme un senso di panico. La forma ellittica trasmette un senso di ignoto che mette alla prova la nostra percezione delle cose.
Vi è poi in architettura, un elemento in grado di creare forme, annullando la forza gravitazionale. Questo elemento è la luce naturale, che è insieme materiale e immateriale, e che, come afferma Le Corbusier, ha la capacità di assemblare i volumi.
Ne era perfettamente consapevole Michelangelo, che lo elesse a didascalia delle sue opere.  
Il Rinascimento è stato il momento in cui l'utilizzo della luce in architettura ha iniziato ad assumere un ruolo di grande rilevanza. La Sagrestia Nuova di San Lorenzo, Museo delle Cappelle Medicee a Firenze, è un esempio di scultura e architettura in cui la luce naturale zenitale e laterale diventa parte integrante dell'opera. Michelangelo la usa sapientemente, la fa filtrare dal lucernario e dalle finestre laterali, la luce accompagna le statue dando loro  volumi e ombre che ne aumentano il fascino e la bellezza.
Tra gli architetti contemporanei, ve n'è uno il cui contributo in merito è a mio parere sensazionale, l'architetto in questione è lo spagnolo Alberto Campo Baeza. 



(Alberto Campo Baeza, Gaspar House, Vejer de la Frontera)
 
Un uso sapiente e così artistico di questa risorsa straordinaria che è la luce naturale è in architettura il cum grano salis, un valore aggiunto di strategica importanza che, secondo Baeza, poiché gratuito, non è adeguatamente considerato.
L'impiego della luce naturale nella realizzazione dei manufatti, qualsiasi sia la loro destinazione d'uso, ha effetti molto positivi, che vanno dall'ottimizzazione all'efficientamento energetico, tanto in relazione alla luce artificiale, quanto in relazione al condizionamento degli ambienti. Uso sapiente della luce naturale è infatti ampiezza delle aperture, ma anche corretta esposizione. 

 (Raumplan House, Alberto Campo Baeza)

 
Light is Much More, questo è il titolo dell'editoriale che appare sul periodico "Firenze Architettura 1&2 2014, Luce e Materia".
L'editoriale è a cura di Alberto Campo Baeza, ed è uno scrigno di idee e riflessioni su cosa la luce naturale significhi per un manufatto architettonico.
È un materiale lussuoso, è uno dei materiali più belli e pregiati che un architetto possa avere a disposizione, sminuito dal non essere costoso come un marmo o un legno pregiato.
La luce è emozione e diventa strumento ancor più interessante grazie ai materiali come l'acciaio ed il vetro, che permettono grosse aperture. Baeza l'accosta al sale, come elemento sapientemente dosato. Nel contributo, l'architetto cita la Basilica di Santa Sofia di Istanbul, come esempio di architettura ove la luce naturale assume un ruolo cruciale. Senza luce non vi è architettura, solo manufatti privi di vita umana, è infatti questo, l'unico elemento capace porre in relazione il costruito con l'uomo che lo abita, perché a quest'ultimo concede la visibilità nello spazio e nel tempo.
L'editoriale si conclude con una citazione di Paul Valéry e la sua classificazione delle opere architettoniche in edifici muti, edifici che parlano ed edifici che cantano. Per cantare, un edificio ha bisogno di essere ben accordato, le parti che lo compongono devono essere in armonia, solo così sarà in grado di restituire alla collettività un valore aggiunto.  
Le opere progettate e realizzate da Baeza sono diverse e tutte stupefacenti, in ognuna di loro l'illuminazione naturale gioca un ruolo chiave.
  

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® Stefania Rachiele  

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