L'EBITDA consapevole. Luci, forme e colori dell'architettura alberghiera. Dalla sostenibilità ambientale all'aumento del margine di profitto. "Capitolo Introduttivo"


Capitolo Introduttivo



La finalità della presente trattazione è di fare emergere l'impellente necessità di adeguare il settore dell'hospitality ai paradigmi virtuosi di un utilizzo consapevole dei luoghi e delle risorse umane e naturali.

Il medium utilizzato è quello del progetto architettonico, perché l'architettura, nel momento storico in cui viviamo, altro non è che un alter ego della collettività che abita il luogo in cui si dispiega un qualsiasi preciso disegno di città.



<<Misurarsi con Corviale non è facile, già non è facile vederlo tutto intero, a meno che non si prenda un aereo o un elicottero, appare a tratti, qua e là, attraverso le case della periferia, poi sparisce nella complessa orografia di Roma, sfugge allo sguardo di insieme, per lasciarti attonito quando ormai vicinissimo si svela, eccedendo non solo il campo visivo, ma anche qualsiasi emozione [...] fa parte della mitologia della Roma contemporanea, Corviale è un palazzo lungo un chilometro. Una scelta inaudita, ma chiara, esatta, linea portante di un pensiero forte, coerente, militante, tracciato tra le contraddizioni della città contemporanea [...] Corviale è qualche metro meno di un chilometro, in ragione di un piccolo compromesso fatto per non spostare un elettrodotto. L'esattezza inizia a cedere il passo all'approssimazione, forse non può essere altrimenti quando si ipotizzano numeri così prossimi all'infinito. 

Iniziamo a comprendere i due pesi e le due misure di Corviale, il peso e la misura di una ideologia dell'abitare, [...] il peso e la misura della storia trentennale del quartiere e dei suoi abitanti, fatta di speranza, disperazione e solidarietà, compromessi ed eccezioni, rifiuti e spirito di adattamento. 

Prendere le misure si fa difficile: gli 8500 abitanti previsti non si sa quanti sono [...]. Non si sa con esattezza quanti appartamenti ci siano, visto che il cuore del progetto ovvero il piano libero, fatto di negozi e servizi [...] non è mai stato realizzato e i suoi spazi sono stati occupati e trasformati anch'essi in appartamenti delle più diverse tipologie>>

Il virgolettato è un brano tratto da "Misurarsi con Corviale" scritto dall'architetto Lorenzo Romito e parte del libro a più voci dal titolo: Osservatorio Nomade. Immaginare Corviale. Edito da Bruno Mondadori e curato F.G. Santori e B. Pietromarchi.

Questo brano estremamente illuminante è un po' un paradigma quasi evangelico che ci restituisce uno spaccato fedele delle città che viviamo.

Spostando la prospettiva, possiamo così argomentare: gli spazi urbani sono composti da palazzi, proprietà di individui che hanno provveduto a commissionarne  il progetto ed a reperirne i fondi finanziari necessari alla realizzazione. In sostanza, l'immaginario "Palazzo Magnolia" sito in una qualsiasi delle nostre città dovrebbe essere speculare alla personalità, ai gusti, alle aspettative ed al buon senso della famiglia che lo ha commissionato e che ora lo abita. A margine, si potrebbe aggiungere come non sia un caso che la normativa urbanistica emanata da alcune Regioni italiane impedisca o disincentivi fortemente l'autocostruzione.

Così come un resort dovrebbe corrispondere in buona parte alla personalità dell'imprenditore che in esso ha investito per creare nuovo reddito e nuova impresa. Lo stesso vale per un qualsiasi Motel che, commissionato dall'imprenditore X come operazione di real estate, oggi è gestito dalla società Y, la quale pur non avendone commissionato la costruzione ha adeguato gli standards ai principi legislativi, ecologici e di buon senso che le sono propri.

Quello che è importante considerare è che la creazione di un nesso interdipendente tra la sostenibilità ambientale e l'impresa è un fattore fondamentale per lo sviluppo della nostra società.

Non si tratta di una frase di circostanza, ma l'espressione di quello che è indispensabile per fare in modo che il mondo che abitiamo possa continuare ad essere il nostro habitat, prima di esplodere e renderci vittime dalla nostra manifesta incapacità di agire in maniera retta, consapevole e rispettosa.

Questo contributo viene scritto nel momento in cui la società italiana e globale sta sperimentando un'epidemia che ha indotto i governi nazionali ad ordinare la chiusura delle attività produttive limitando al minimo indispensabile le uscite dal proprio domicilio.

Un momento storico, quindi, in cui la fragilità del sistema si mostra nella sua interezza, evidenziando tutte le crepe di un incedere umano prepotente ed incurante, che ha totalmente destrutturano il senso della coabitazione armonica e rispettosa del contesto naturale e della collettività sociale.

Il margine di miglioramento è altissimo, soprattutto perché gli sforzi finora messi in campo, in tutti i settori, sono chiaramente insufficienti.

La non applicazione di progetti consapevoli e rispettosi dell'ambiente e delle persone nella loro interezza non significa che non esistano dei professionisti che hanno già dato vita alla rivoluzione, tutt'altro. Partendo dalle ricerche sulla progettazione ergonomica, quindi employee-friendly workplace, ed environment friendly, passando attraverso le aziende che producono materiali green e 100% ecocompatibili, fino agli studi di architettura biofilica, le forze in campo sono valide e numerose.



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® Stefania Rachiele

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